Il taglio cesareo

Introduzione
Il taglio cesareo è un intervento chirurgico mediante il quale si espleta il parto estraendo il feto attraverso incisioni chirurgiche praticate sulla parete addominale e sull’ utero. Attualmente la frequenza dei tagli cesarei in rapporto al totale dei parti si attesta su cifre varianti dal 20 al 35 % circa. Fino alla fine degli anni ’80 il taglio cesareo veniva effettuato solitamente in anestesia generale. Oggi sempre più frequentemente viene fatto in anestesia spinale. Con questa tecnica di anestesia la paziente, restando sveglia e cosciente durante l’ intervento, può partecipare con consapevolezza alla nascita del suo bambino. Per saperne di più sull’ anestesia vai alla pagina sull’ Anestesia e Analgesia.
Indicazioni
Per raggruppare in un’ unica frase le indicazioni al taglio cesareo possiamo dire che il taglio cesareo si rende necessario in tutte quelle occasioni in cui un parto per via vaginale è impossibile o presenta rischi (per la madre o il bambino) maggiori rispetto alla via addominale. Le indicazioni all’ effettuazione del taglio cesareo possono essere relative a problemi fetali (ad esempio sofferenza fetale, presentazione podalica, ecc.) o a problemi materni (uno o più pregressi tagli cesarei, gestosi, diabete, nefropatie, ecc.). Spesso possono coesistere nello stesso caso più motivazioni simultaneamente. Facciamo ora un cenno alle più frequenti indicazioni al taglio cesareo.
Distocia
Si raggruppano sotto il termine di distocia tutte quelle condizioni che comportano una anomalia nello svolgimento del parto. Pertanto mentre un parto che si svolge normalmente, in assenza di complicazione viene definito “eutocico” (dal greco “eu”: bene), un parto che si svolge con delle complicazioni si definisce “distocico” (dal greco “dis”: difficile). Nell’ espletamento del parto possono presentarsi diversi tipi di problemi o di “distocie”. Possiamo così avere delle distocie consistenti in anomalie delle contrazioni uterine, caratterizzate dalla presenza di contrazioni irregolari per intensità, incoordinate. Per effetto di tale situazione si va incontro solitamente ad un rallentamento o arresto della dilatazione del collo dell’ utero, o a una rallentata o mancata discesa della testa fetale nel bacino materno. Spesso tale problema può essere corretto con l’ impiego di farmaci ( ad esempio l’ ossitocina) o praticando la rottura artificiale del sacco amniotco (se ciò non si è già verificato spontaneamente). Talora un travaglio rallentato nella sua evoluzione per effetto di una distocia può trarre giovamento dall’ analgesia peridurale. Se queste procedure non hanno risultato può rendersi necessario l’ espletamento del parto mediante taglio cesareo.
Presentazione anomala
Con il termine di “presentazione” ci si riferisce alla parte fetale che si confronta con il bacino materno in occasione del parto. Per presentazione “cefalica” si intende che il feto si presenta con la testa all’ ingresso del bacino materno. Questa presentazione si verifica nel 95 % dei parti a termine. Per presentazione “podalica” si intende che il feto si presenta all’ ingresso del bacino materno con le natiche. Tale presentazione si verifica nel 4 % dei parti a termine. In casi più rari a termine di gravidanza il feto può trovarsi in situazione trasversale, cioè con la testa verso un fianco materno e con le natiche verso il fianco opposto. Quanto il feto si trova in questa situazione, la sua parte che si presenta all’ ingresso del bacino è una spalla; pertanto in questa circostanza si parla di presentazione “di spalla”. Di queste tre presentazioni (cefalica, podalica, di spalla) viene considerata fisiologica solo la presentazione cefalica, mentre vengono considerate anomale la presentazione podalica e la presentazione di spalla. In caso di presentazione di spalla il parto per via vaginale è impossibile, non potendo ovviamente il feto percorrere il bacino materno in posizione trasversale; pertanto la presentazione di spalla è una indicazione assoluta all’ espletamento del parto mediante taglio cesareo. In caso di presentazione podalica il parto per via vaginale non è impossibile, ma comporta maggiori rischi fetali; per questo motivo abitualmente si preferisce alla via vaginale il parto mediante taglio cesareo.
Sofferenza fetale
Nel corso del travaglio di parto il benessere fetale viene valutato soprattutto con il monitoraggio cardiotocografico. Ciò consiste nella registrazione mediante un apparecchio ad ultrasuoni, denominato cardiotocografo) dell’ attività cardiaca fetale. Questa viene visualizzata su un display solitamente disposto sul pannello frontale dell’ apparecchio e contemporaneamente stampata su un tracciato. Contemporaneamente con un altro trasduttore appoggiato sull’ addome materno si registrano le contrazioni uterine, valutando così la loro frequenza e intensità. La valutazione dell’ attività cardiaca fetale, e soprattutto il suo comportamento in relazione alle contrazioni uterine, fornisce indicazioni sul benessere fetale in travaglio. Qualora il monitoraggio cardiotocografico fornisse informazioni non rassicuranti riguardo al benessere fetale, rivalutato tutto il contesto della situazione (epoca di gravidanza, sviluppo fetale, preesistenza di eventuali patologie, ad es. ipertensione, eventuale meconio nel liquido amniotico, entità della dilatazione del collo dell’ utero in quel momento, ecc.) potrebbe rendersi necessario accelerare i tempi dell’ espletamento del parto. A seconda della situazione, da valutare in ogni singolo caso, può presentarsi l’ indicazione all’ espletamento del parto mediante taglio cesareo.
Pregresso taglio cesareo
Da ormai diversi anni è molto aumentato il numero di parti che si attuano mediante taglio cesareo. In Italia in molti ospedali il numero dei tagli cesarei supera il 30 % del totale dei parti. Ciò comporta che sempre più spesso ci sono donne che hanno già partorito mediante taglio cesareo, e che quindi in occasione del parto successivo si trovano di fronte al bivio: parto vaginale o ripetizione del taglio cesareo? Il pregresso taglio cesareo, pur non essendo di per sè un’indicazione assoluta alla ripetizione del taglio cesareo, rappresenta, insieme alla distocia, la causa più frequente di taglio cesareo. Data la complessità del problema, in questa pagina ci si limita a considerare alcuni degli aspetti più importanti, ricordando che ogni singolo caso clinico va valutato a sè stante nel suo contesto clinico. Va tenuto conto che l’ utero della donna che ha già subito un taglio cesareo presenta una cicatrice che, come tutti i tessuti cicatriziali, ha una minore elasticità in confronto ad un tessuto sano. Pertanto la donna che ha già avuto un precedente taglio cesareo, in una gravidanza successiva presenta, almeno sul piano teorico, un rischio di rottura d’ utero. Tale rischio è significativo soprattutto in caso di precedente taglio cesareo eseguito con incisione longitudinale sul corpo dell’ utero; nella quasi totalità del casi si esegue una incisione uterina trasversale bassa. Tento conto comunque dell’ esistenza della cicatrice, e considerata questa come un punto di minor resistenza, qualora si scelga la via di un parto vaginale, solitamente ci si astiene da un’ induzione farmacologica del parto, per evitare una eventuale stimolazione eccessiva delle contrazioni. Pertanto nella donna con un pregresso taglio cesareo si preferisce attendere l’ insorgenza spontanea del travaglio. In genere è sconsigliato il parto vaginale se si è di fronte ad un bambino con una crescita superiore alla media, potendosi in questo caso preveder la possibilità di un parto vaginale difficoltoso. Parimenti si sconsiglia il parto vaginale se in passato vi sono stati almeno due tagli cesarei.
Sono infine da considerare due condizioni permittenti fondamentali per poter seguire la scelta del parto vaginale:
1 – considerata la maggiore probabilità di dover effettuare durante il travaglio un taglio cesareo urgente, la struttura ospedaliera deve essere in grado (per struttura e personale) di effettuare un taglio cesareo in emergenza;
2 – consenso della paziente al parto vaginale.
Gravidanza gemellare
La gravidanza gemellare rappresenta l’ 1 % di tutte le gravidanze. In questi ultimi anni vi è una tendenza all’aumento del numero delle gravidanze gemellari, e ciò in conseguenza della maggiore diffusione delle tecniche di fecondazione assistita. Nel caso di gravidanza gemellare, con ambedue i gemelli in posizione cefalica ed una epoca gestazionale adeguata (almeno 34 settimane), è generalmente riconosciuta la sicurezza del parto per via vaginale, mentre il TC dovrebbe essere riservato ai casi di sproporzione feto pelvica o di stress fetale. Nel caso in cui il primo gemello fosse in posizione podalica, già questo di per sè, pur prescindendo dalla gemellarità, costituisce un’ indicazione al taglio cesareo. Nel caso di presentazione podalica o trasversale del secondo gemello, con il primo in presentazione cefalica, oggi si ritiene preferibile ricorrere al taglio cesareo. Infatti dopo la nascita per via vaginale del primo potrebbero esservi complicazioni per la nascita del secondo gemello in presentazione anomala. Per evitare tali complicazioni si preferisce oggi espletare il parto mediante taglio cesareo in tutte le gravidanze gemellari in cui i bambini non siano entrambi in presentazione cefalica. Oltre alle indicazioni descritte finora (che sono le più frequenti), possono esservi numerose altre indicazioni all’ effettuazione del taglio cesareo:placenta praevia, distacco intempestivo di placenta, infezioni materne, patologie cardiovascolari, patologie respiratore, patologie renali, diabete, ecc.. Richiedendo la trattazione di questi argomenti un approfondimento scientifico particolareggiato per ogni singolo caso, e superando così il semplice fine divulgativo di questo sito, si ritiene di soprassedere alla loro trattazione, invitando chi fosse interessato ad un singolo argomento a rivolgersi al proprio ginecologo di fiducia.